Corsi di lingue: Spagnolo e Inglese Commerciale

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Arte obbligatoria negli uffici pubblici

Arte obbligatoria negli uffici pubblici

Dopo la costruzione gli uffici vanno abbelliti per legge.

Gli edifici pubblici dovranno prevedere al loro interno “abbellimenti artistici”. La Legge esisteva già, era la 717 del 29/07/1949 e prevedeva l’obbligo di destinare una quota delle spese del progetto per l’esecuzione di nuove costruzioni di edifici pubblici all’abbellimento degli stessi mediante opere d’arte. Per l’applicazione di tale Legge sono state approvate delle Linee guida con il D. Min. Infrastrutture e Trasp. 23/03/2006, n. 24924. Il più recente aggiornamento però è quello del Decreto del Ministero delle Infrastrutture e Trasp. Del 15/05/2017.
Quest’ultima dispone che le amministrazioni dello Stato, anche con ordinamento autonomo, nonché le regioni, le provincie, i comuni e tutti gli altri enti pubblici, che provvedano all’esecuzione di nuove costruzioni di edifici pubblici devono destinare all’abbellimento di essi, mediante opere d’arte, una quota della spesa totale prevista nel progetto variabile tra lo 0,5% e il 2%,da calcolarsi in modo inversamente proporzionale all’importo complessivo del progetto.
Sotto il profilo soggettivo, il decreto interpretativo precisa che anche gli organismi di diritto pubblico sono tenuti all’applicazione della legge in esame.

NZEB e Opere di rinforzo: nuovi corsi online

Tra le novità del mese, due corsi online rivolti a tecnici del settore, dedicati agli Edifici a Energia quasi Zero e alle opere di rinforzo e sostegno.

In vigore la Legge sulla Concorrenza

E’ entrata ufficialmente in vigore la Legge sulla Concorrenza che contiene molte novità per gli iscritti agli albi professionali.

Energie rinnovabili, il futuro è adesso

L’allarme dei geologi dopo Ischia

Dopo il sisma di Ischia, i Geologi chiedono urgenti misure di prevenzione

Online la mappa dei rischi dei comuni italiani

Online la “mappa dei rischi dei comuni italiani”

Elaborata da Istat mostra gli elementi di pericolosità e i rischi.

Una “mappa dei rischi dei comuni italiani” online sul sito dell’Istat, nella quale inserire “gli elementi di pericolosità, la vulnerabilità degli edifici e quante persone sono soggette a rischio”, e che sia “comprensibile ed accessibile per il cittadino”. E’ il progetto illustrato dal coordinatore di Casa Italia (l’iniziativa governativa per la ricostruzione delle aree colpite dal sisma del 2016 nell’Italia centrale) Giovanni Azzone, al 62mo congresso degli ingegneri, ad Assisi. “Stiamo verificando – aggiunge – se riusciamo a presentare” questo indice “prima dell’estate, o subito dopo l’estate”.

Il coordinatore di Casa Italia spiega, a proposito della “mappa dei rischi dei comuni” della Penisola su cui si stanno “facendo dei beta-test” prima della messa in rete nelle prossime settimane, che “l’Istat ha coordinato il lavoro delle diverse amministrazioni che già oggi hanno informazioni” relative alla vulnerabilità non solo sismica, ma anche idrogeologica, come “Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e Ingv (l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia)”. Si tratta, riferisce Azzone, di “un sistema sostanzialmente geo-referenziato: io, ad esempio, posso selezionare il mio comune e capirne il livello di pericolosità”, avendo a disposizione “una scheda che riassuma tutte le informazioni” e essendo in grado di effettuare “confronti con i comuni limitrofi, con le medie regionali e nazionali. Scendiamo, dunque, a livello di comune per cominciare a dare un’idea di consapevolezza” sui rischi. Lo strumento “sarà online sul sito dell’Istat, poi – continua – il singolo comune potrà aggiungere dei link sul proprio sito e tutte le informazioni saranno scaricabili”.

Azzone, infine, esprime un desiderio: “Vorremmo che questa diventasse materia di studio nelle scuole primarie, così che i bambini potessero studiare la scheda del proprio comune”, andando poi “a verificare le sorgenti di rischio reale” del territorio, ad esempio “quali sono le possibili frane, quali sono i fiumi che possono generare alluvioni. E, infine – conclude – capire quali interventi si stanno facendo” per la messa in sicurezza.

Il preventivo scritto diventa obbligatorio

Il preventivo scritto diventa obbligatorio

Con la “Legge concorrenza” approvata a inizio agosto diventa obbligatorio per i professionisti il preventivo scritto o digitale in cui andranno indicati titoli e specializzazioni.
Recita infatti il testo della legge: “Il professionista deve rendere noto obbligatoriamente, in forma scritta o digitale, al cliente il grado di complessità dell’incarico, fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento fino alla conclusione dell’incarico. In ogni caso la misura del compenso è previamente resa nota al cliente obbligatoriamente, in forma scritta o digitale, con un preventivo di massima, deve essere adeguata all’importanza dell’opera e va pattuita indicando per le singole prestazioni tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi”.

Con il comma 152, la Legge Concorrenza obbliga i professionisti iscritti a ordini e collegi ad indicare e comunicare i titoli posseduti e le eventuali specializzazioni, al fine di assicurare la trasparenza delle informazioni nei confronti dell’utenza. “Ad oggi – spiega il Dossier del Senato – la comunicazione di titoli e specializzazioni costituisce una facoltà per il professionista e non un obbligo”.

Rete per i professionisti tecnici

Professionisti tecnici, ecco l’accordo per il Microcredito

Un protocollo d’intesa firmato nei giorni scorsi consente di migliorare l’attività lavorativa di tutti gli iscritti agli ordini professionali.

Rete Professioni tecniche e ENM (Ente Nazionale per il Microcredito) hanno firmato nei giorni scorsi un Protocollo d’intesa che rappresenta per Armando Zambrano, coordinatore RPT, “un ulteriore importante passo in avanti della Rete nella sua attività di interlocuzione con le istituzioni. Lo scopo è quello di migliorare l’attività lavorativa di tutti gli iscritti agli ordini e Collegi aderenti alla Rete”.

Il protocollo, in sostanza, prevede lo svolgimento di attività comuni di ricerca, studio e monitoraggio, oltre alla promozione di misure di sostegno a favore dei giovani professionisti che hanno subito gli effetti della crisi. Come funziona l’accordo? L’ENM, tra le altre cose, garantirà l’informazione costante alla Rete delle Professioni Tecniche su programmi microfinanziari, sugli incentivi destinati all’avvio di autoimpiego e microimpresa, che prevedono tra i propri beneficiari anche i liberi professionisti, e attività di consulenza e accompagnamento specialistico nei confronti degli utenti degli Sportelli. La RPT, da parte sua, collaborerà con gli esperti dell’ENM all’ideazione e creazione di misure e strumenti di microfinanza sperimentali a supporto dell’attività dei giovani professionisti e individuerà i professionisti che intendono svolgere attività di consulenza specialistica nei confronti degli utenti degli Sportelli della Rete Microcredito.

I due enti, inoltre, sperimenteranno forme di collaborazione anche nella formazione di giovani e nella promozione di tirocini e stage presso pubbliche amministrazioni italiane e organismi comunitari nelle materie del welfare e del microcredito.