Non si ferma in Italia il consumo di suolo

Presentato nei giorni scorsi a Roma il Rapporto sullo stato delle politiche per il paesaggio.

 

“Siamo l’unico Paese che tutela il paesaggio nella Carta costituzionale – ha detto nell’occasione il dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini – e di questo dobbiamo essere orgogliosi, così come del lavoro fatto negli ultimi dieci anni. Sulla base di questi principi, gli Stati Generali servono a spiegare che bisogna smettere di sprecare il suolo, che è necessario tutelare ancora di più le nostre coste e che lo Stato e le Regioni insieme devono difendere la bellezza del nostro paesaggio, che è un valore assoluto, non solo culturale ma anche economico, perché la bellezza italiana ha un grande valore nel mondo”.
La sottolineatura del ministro è ben motivata dai dati allarmanti contenuti nel Rapporto, che evidenziano come il consumo di suolo in Italia “continua a crescere”, pur segnando un “importante rallentamento” negli ultimi anni che viene confermato nei primi mesi del 2016.

Dagli anni Cinquanta, il consumo di suolo nel nostro Paese è passato dal 2,7% al 7,6% del 2016, (crescita percentuale del 184%, con un ulteriore 0,22% di incremento negli ultimi sei mesi analizzati), andando ad intaccare oltre 23mila chilometri quadrati. Nell’ultimo periodo la velocità di trasformazione ha bruciato “irreversibilmente” più di 3 metri quadrati di suolo ogni secondo (tra il 2008 e il 2013 si era arrivati a 7 mq al secondo).
Nel 2016, in 15 regioni è stato superato il 5% di consumo di suolo, con il valore percentuale più elevato in Lombardia e in Veneto (oltre il 12%) e in Campania (oltre il 10%). Seguono Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia e Liguria, con valori compresi tra l’8 e il 10%.

Servono ovviamente correttivi e rimedi che non passano solo dall’adozione di una politica uniforme a livello nazionale per la tutela e la promozione del paesaggio, ma anche dalla messa a disposizione di risorse necessarie alla tutela del paesaggio e da un percorso di educazione, già nelle scuole, alla cura del territorio, che ha bisogno di una politica inclusiva dei cittadini, che partecipando si responsabilizzano e contribuiscono a preservare e curare gli aspetti legati al paesaggio.