Fotovoltaico: gli appuntamenti del 2012

Tra accesso agli incentivi e modifiche normative nel settore fotovoltaico, l’Ance spiega tutte le scadenze del 2012. Dal 24 gennaio non è più consentito l’accesso agli incentivi per il fotovoltaico a terra in area agricola, ma sono salvi gli impianti che hanno ottenuto il titolo abilitativo entro quella data. Si precisa però che le nuove norme potrebbero essere riviste.
Il 15 febbraio è il termine ultimo per far pervenire al Gse la certificazione di fine lavori per gli impianti fino a 1Mw.
Il 29 marzo scade il termine per l’entrata in esercizio degli impianti a terra in area agricola che hanno ottenuto il titolo abilitativo entro il 29 marzo 2011. Dalla stessa data decorre inoltre l’obbligo di garanzia decennale dei moduli utilizzati.
Entro il 15 aprile bisogna presentare al Gse il certificato di fine lavori degli impianti con potenza superiore a 1Mw iscritti nel registro grandi impianti.
Il 30 giugno scade invece il termine per far entrare in esercizio gli impianti installati sugli edifici come sostituzione alle coperture in eternit.
Dal primo luglio decorre il termine per la trasmissione al Gse della documentazione sull’adesione al sistema europeo di riciclo dei moduli fotovoltaici.
Nel suo documento di sintesi, l’Ance ricorda che dal 2013 le tariffe incentivanti non saranno più aggiuntive rispetto ai benefici come scambio sul posto, ritiro o cessione al mercato. Gli impianti che entreranno in esercizio il prossimo anno dovranno quindi essere dotati di inverter.

Fotovoltaico: incentivi in esaurimento

Gli incentivi al fotovoltaico italiano potranno durare al massimo altri tre anni, o dovranno comunque essere rimodulati. È quanto si apprende da fonti di stampa specializzata. Il fotovoltaico avrebbe coperto il 3,5% della richiesta di energia elettrica e si suppone che arriverà al 6% nel 2012, con 300 mila installazioni sugli edifici.

Gli esperti mettono in evidenza però la sproporzione tra domanda e offerta. L’anno scorso a fronte di una capacità produttiva di 50 Gw c’è stata la metà delle installazioni. Situazione che ha fatto lavorare poco le imprese, facendo anche calare i prezzi e andando in molti casi a compensare la riduzione degli incentivi.

Nei prossimi mesi dovrebbe inoltre scendere ulteriormente il prezzo del silicio. In uno scenario del genere la via per la sopravvivenza delle piccole e medie imprese del settore sembrano essere le soluzioni innovative. Che potranno costituire un volano di sviluppo anche in un panorama caratterizzato dall’incertezza degli incentivi.

Edilizia residenziale: aumenta l’indice del costo di costruzione

Aumenta l’indice del costo di costruzione di un fabbricato residenziale. La rilevazione effettuata a fine 2011 mostra un aumento dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e del 3,7% rispetto all’anno precedente.

A pesare sugli aumenti è in primo luogo il prezzo dei materiali da costruzione e della manodopera, ma anche i trasporti e i noli necessari alla realizzazione.

Lo studio, condotto dall’Istat, ha preso come base di riferimento l’anno 2005. Ciò ha reso necessaria l’operazione di cambio base, a causa della quale l’indice non è stato comunicato per tutto il 2009.

Per calcolare le variazioni congiunturali e tendenziali si deve inoltre ricorrere ad appositi coefficienti, pari a 1,186, che consentono di raccordare gli indici su base diverse.

Collegio Dei Geometri dell' Aquila

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Rinnovabili: Continuano gli investimenti nel Fotovoltaico

Triplicano gli impianti fotovoltaici industriali, mentre raddoppiano quelli su condomini, terziario e piccole imprese. Lo sostiene uno studio di Fondazione Impresa, che ha rilevato tra il 2010 e il 2011 un incremento degli impianti che beneficiano delle tariffe incentivanti del Quarto Conto Energia.

In media ci sono 5,3 impianti ogni mille abitanti. Uno su due è situato su condomini e piccoli edifici. Il 33,7% del totale è costituito da impianti monofamiliare.La potenza installata proviene all’86,6% da impianti industriali, all’11,0% da impianti su condomini, terziario e piccole imprese e al 2,4% da quelli monofamiliari.

In generale, è stato rilevato che la maggior parte degli impianti è di piccola taglia, mentre negli ultimi anni sono aumentati maggiormente quelli di piccola taglia.

Dal punto di vista territoriale, le regioni leader come numero di impianti presenti sono Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, mentre èla Pugliaa detenere il record per la maggiore potenza installata.

Liberalizzazioni : Cnappc in Italia non c’è protezionismo

Il Cnappc, Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, è intervenuto per commentare le dichiarazioni, rilasciate dal segretario generale dell’Ocse Angel Gurria, sull’esistenza del protezionismo nelle professioni.

Secondo il Consiglio nazionale degli architetti, in Italia non esistono forme di protezionismo nelle professioni. Lo dimostrerebbe il numero di professionisti, che in Italia è più alto rispetto agli altri Paesi Ue. Ma non solo. Secondo il Cnappc, i minimi tariffari sono di fatto aboliti da anni.

Per definire la riforma delle professioni al meglio, il Cnappc ha chiesto al Governo di incaricare l’Istat per la redazione di un rapporto, in grado di fotografare il numero di iscritti agli ordini, i livelli di fatturato e le possibilità di accesso al mercato.

Nei giorni scorsi Gurria aveva stimato una crescita del Pil pari all’8% come conseguenza delle liberalizzazioni. Secondo il segretario Ocse, la metà dei guadagni potrebbe derivare dalla liberalizzazione dei servizi professionali.

Professionisti: tariffe come garanzia delle prestazioni

La tariffa professionale dovrebbe essere derogabile, ma rimanere come riferimento e garanzia delle prestazioni erogate. È l’idea lanciata in un’audizione in Commissione Industria del Senato dall’associazione italiana commercialisti.

Come chiesto da più associazioni professionali, la tariffa potrebbe essere uno strumento interno al sistema degli ordini. Una sorta di base di riferimento, ma non un parametro obbligatorio e vincolante.

La tariffa indica infatti la complessità dell’incarico e, a detta dell’associazione, dovrebbe conservare la sua utilità nelle prestazioni svolte nei confronti delle pubbliche amministrazioni, ma anche nelle contestazioni.

Con la liberalizzazione, nel momento in cui le parti diventano libere di stabilire il compenso a fronte di una determinata prestazione, dovrebbe poi essere preso come riferimento il sistema dei contratti, disciplinato dal Codice Civile.

L’associazione dei commercialisti fa però notare che, pur in presenza della liberalizzazione, permangono sempre i riferimenti al codice deontologico.

A parere dei commercialisti, si dovrebbe inoltre evitare una situazione di squilibrio in termini di concorrenza tra i professionisti iscritti in un albo e gli autonomi non regolamentati.

Riforma professioni: proposta holding per orientarsi nel nuovo sistema

Dopo il decreto sulle liberalizzazioni, le competenze professionali diventano servizi da vendere sul mercato. Tra i numerosi commenti rilasciati dalle diverse categorie sulla riforma delle professioni, spicca quella dell’Unione italiana commercialisti, che lancia una proposta replicabile in tutte le categorie professionali.

Secondo l’Unione, ogni professione dovrebbe elaborare progetti strategici per coinvolgere i professionisti. Per ogni progetto si dovrebbe costituire una società. A monte, una holding promossa e partecipata dall’ente di previdenza, associazioni rappresentative e consiglio nazionale, con partecipazioni nelle società tra professionisti, e organismi di rappresentanza a delineare gli indirizzi strategici.

In questo modo si potrebbe creare un modello operativo che dovrebbe consentire ai professionisti di mantenere la redditività delle proprie attività.

Settore Edile: l’Ue non prevede significativi miglioramenti per il 2012-02-11

Secondo la Direzione Economia e finanze della Commissione Europea, in Italia l’anno sarà caratterizzato da bassi investimenti nell’acquisto di abitazioni. Non si prevede quindi neanche per il 2012 una immediata ripresa del settore edile.

Nella classifica stilata da Bruxelles, l’Italia è il penultimo Paese in cui si rileva l’intenzione di acquistare o costruire una casa.

Le previsioni sono pessimistiche anche indagando nella propensione di iniziare una ristrutturazione.

Per risolvere la situazione di stallo, l’Ance, associazione nazionale costruttori edili, ha chiesto la modifica del decreto sulle liberalizzazioni ripristinando l’Iva sulla cessione degli immobili anche dopo cinque anni dalla data di fine lavori. Gli edili hanno chiesto anche che per tre anni sia cancellata l’Imu sugli immobili invenduti.

 

Imu, per Confedilizia danneggia le compravendite

Riduzione dei contratti di locazione e ristagno nelle compravendite. Sono le previsioni di Confedilizia, presentate nel Borsino immobiliare.

Per la redazione delle previsioni per il 2012, sono state prese in considerazione i valori delle compravendite in 105 capoluoghi.

Dalle rilevazioni effettuate è emerso un calo di circa il 3% nel 2011, che lascia prevedere una stasi per il 2012. Colpa, secondo Confedilizia, delle voci che si sono susseguite sull’introduzione di una possibile imposta patrimoniale, ma anche dell’Imu. Incertezze che, sommate alla crisi, provocano una stasi nelle compravendite.

Confedilizia sottolinea  infatti che l’imposta municipale unica avrebbe fatto calare anche il mercato delle locazioni dal momento che i Comuni non hanno determinato l’importo dell’aliquota. Tra le strategie per innescare una ripresa, potrebbero essere introdotte misure per una maggiore flessibilità contrattuale.